Comune Di Luni

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Via Castagno, 61
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Comune Di Luni Company Information

Informazioni Generali

Il territorio di Ortonovo viene citato per la prima volta nel Diploma di Ottone I del 963 nel quale, oltre ai " castrum " di Nicola, Ortonovo e Volpiglione, veniva indicato con il nome di " Iliolo " il primo nucleo abitato della valle attorno alla Cappella Romanica di San Martino.

Ma in epoca molto più antica sorgeva e si sviluppava, sul territorio oggi appartenente al Comune, la città di Luni, mentre sulle colline, prima del 1000, era nata la "Villa di Ortonovo" come soggiorno, nella bella stagione, di antiche famiglie e nel sesto secolo Nicola era sede di una guarnigione Bizantina.

I Romani fondarono " Luna " nel 177 a.C. dopo aver eliminato i Liguri-Apuani con una serie di deportazioni e battaglie, di cui si trova testimonianza nel 41° Libro dell'opera "Ab Urbe Condita" di Tito Livio.

Dal I secolo dopo Cristo, la città romana diventa centro di una attività commerciale e industriale per la lavorazione del marmo.

La crescita di Roma e il bisogno sempre maggiore di marmo per l'arredo urbano, inducono i Romani a creare a Luni laboratori ed approdi portuali per l'invio ad Ostia del marmo semilavorato o già finito.

Basi di colonne romane a Luni
Basi di colonne romane a Luni

Progressivamente cresce l'importanza di questa città che ben presto acquista valore anche dal punto di vista politico e sociale.

La sua ricca storia è stata ricostruita da campagne di studi e di scavo che, a partire dal 1837, hanno prodotto un'ingente catalogazione; l'effettuazione degli scavi ha riportato alla luce buona parte dell'antica città che presenta resti archeologici di notevole valore riferiti all'età repubblicana, all'età imperiale e all'età alto-medievale.

Chi si reca in visita al parco archeologico può ammirare i templi romani, le "domus" patrizie e i quartieri plebei, gli edifici pubblici, tra cui il Teatro, le Terme, l'Anfiteatro e la Necropoli, la Basilica di Santa Maria Assunta e le chiese alto medievali ( S. Giuliana e S. Pietro ).

Il territorio del Comune di Ortonovo ha conosciuto sensibili trasformazioni che hanno visto operare prima i Liguri Apuani, poi i Romani, i Bizantini, i Franchi e infine gli "homines" delle piccole comunità di Ortonovo e Nicola e quelle vicine di Castelnuovo, Sarzana e Carrara.

Dopo il Mille, con la decadenza e l'abbandono di Luni, i due Centri di Nicola ed Ortonovo assumono sempre maggiore importanza ; nel 1237, per la prima volta, ottengono dal Vescovo Guglielmo comuni Statuti e viene sancita la divisione territoriale.

Il 24 Agosto del 1300, in un verbale redatto dal Vescovo di Luni, vengono definiti i confini di Ortonovo e Nicola con Castelnuovo segnando la loro data di nascita.

Le due comunità acquistano progressivamente autonomia dall'autorità vescovile e si danno liberi ordinamenti statutari che già sono caratterizzati da un'ampia partecipazione popolare, probabilmente mutuata dalla vicina Toscana.

Come viene confermato dallo storico Danilo Veneruso (Da Luna a Luni - 1977) l'organizzazione dei poteri amministrativi delle comunità di Ortonovo e Nicola accoglie, sin dall'inizio, il principio della massima partecipazione degli abitanti al governo comunale e dell'investitura dal basso della titolarità delle cariche pubbliche.

L'economia delle due comunità è estremamente povera: le più importanti risorse economiche sono la viticoltura, l'olivicoltura (dal XVI sec.) e lo sfruttamento del bosco, in particolare la coltivazione di castagne, cui si accompagna una limitata coltivazione di cereali poveri e di legumi quali il miglio, l'orzo, le fave e i lupini.

Le frequenti inondazioni del Torrente Parmignola, l'insalubrità del clima, tecniche primitive di coltivazione della terra, la scarsità della popolazione in rapporto all'estensione territoriale e l'assenza di capitali limitano la produzione consentendo soltanto un'agricoltura di sopravvivenza.

Conseguentemente anche le risorse del pubblico bilancio sono scarse: la voce più importante e fissa è l'appalto dei frantoi seguita dall'appalto della raccolta delle castagne e del legname, dei pascoli, dei macelli e l'affitto dell'uso del mulino.

Questa economia di tipo feudale, finalizzata alla mera sussistenza delle famiglie, perdura attraverso i secoli; soltanto nel 1792, con l'intervento del Governo genovese, spinto soprattutto da detentori di capitali esterni interessati allo sfruttamento delle terre della piana, viene ultimata la costruzione di un nuovo argine del Parmignola che pone fine al pericolo delle inondazioni e dà inizio alla coltivazione della pianura con tecniche più moderne.

Da questo momento si spezza l'isolamento economico e politico in cui le comunità di Ortonovo e Nicola sono rimaste per lungo tempo.

Fino al periodo napoleonico e precisamente al 9 gennaio 1806 le due comunità hanno Statuti separati e spesso sono in lotta fra loro.

Le misere condizioni economiche le spingono a litigi e dispute rendendole ancora più deboli nei confronti delle comunità confinanti come Carrara e Sarzana; con quest'ultima si protrarrà per lunghissimo tempo la " questione della Marinella".

Le trasformazioni politiche che si sono succedute nel corso dei secoli, dal Medioevo in poi, hanno lasciato sostanzialmente passivi gli abitanti di queste piccole comunità impegnati a far fronte alla durezza della vita, fino alla nascita dello Stato Italiano.

Ciò non impedì loro di edificare monumenti religiosi come il Santuario, l'Abbazia di San Lorenzo con il Campanile Guinigeo, e la Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo.

Cascinale in località Cannetolo
Cascinale in località Cannetolo

Nella seconda metà dell'800 la costruzione dell'Arsenale Militare e della ferrovia ligure determinano lo spostamento del centro economico della regione lunense da Sarzana a La Spezia dove le nascenti attività professionali e mercantili richiedono il contributo dell'agricoltura della Val di Magra e, nel contempo, ne favoriscono lo sviluppo in senso moderno.

Per la comunità Ortonovese inizia un processo di integrazione in un sistema economico e sociale che supera i confini comunali aprendosi alle città di La Spezia e di Carrara che, da ora in poi, saranno punti di riferimento importanti per l'economia del Comune di Ortonovo sia in termini di occasione di lavoro dipendente che di attività indotte.
In questo periodo si ha uno spostamento della composizione della popolazione che tende ad accentrarsi nella frazione pianeggiante di Casano, nella zona di Isola e nella collina di Nicola diradandosi nel Centro Storico di Ortonovo troppo lontano dalle vie di comunicazione per Carrara e La Spezia e dai terreni a maggiore reddito agrario: nel 1860 la popolazione di Ortonovo risulta di 2.255 abitanti cosi' suddivisi: 768 a Casano, 478 a Ortonovo, 1008 a Nicola ( compreso Isola ); prende avvio quindi un processo di urbanizzazione di detta pianura e di progressivo spopolamento dei Centri storici, soprattutto di Nicola, che si completerà nella conformazione odierna del territorio.

E' definitivamente tramontato l'atteggiamento di passività della popolazione ortonovese nei confronti dei mutamenti politici e sociali.

Di rilievo appare in quegli anni l'adesione del Comune di Ortonovo al Consorzio del Canale Lunense, costituitosi con compiti di irrigazione, produzione di energia elettrica e bonifica del territorio, allora palustre, della Piana di Luni.

La secolare povertà e lo sfruttamento della manodopera legato alla nascita delle prime industrie favoriscono sentimenti di solidarietà tra i lavoratori, contadini e operai, che porta alla fondazione di società di mutuo soccorso come la "Società degli uomini del Parmignola" e all'adesione alle prime forme di lotta operaia come la partecipazione alla protesta dei cavatori del Gennaio 1894.

Fino alla fine dell'Ottocento e precisamente attorno al 1870 non subisce grandi modificazioni; ma è con tale data che viene tracciata la linea ferroviaria; due nuclei abitativi si erano insediati sul tracciato ferroviario, in seguito raddrizzato da Avenza a S. Lazzaro e da Massa e Sarzana: uno sul Parmignola e cioè la Dogana che aveva tale funzione tra la Repubblica di Genova e lo stato di Carrara prima, poi estense e poi toscano; l'altro al Pezzo Grande, l'odierna Piazza Grande.

Se nei secoli precedenti il territorio si era sviluppato dai borghi collinari verso la frazione di Casano, adesso si sviluppava verso la Via Aurelia, la vecchia Via Romea.

In quegli anni intanto Carlo FABBRICOTTI ha disseminato, sopra la ferrovia e vicino agli scavi di Luni Antica, i suoi poderi ed i suoi mezzadri, le colture di grano e di granoturco e ha realizzato le bonifiche fino al litorale.

E' l'espandersi di un mondo contadino con i suoi mestieri ed i suoi strumenti, i suoi riti e le sue tradizioni come le fiere, le sagre e le feste scandite anche dalle ricorrenze religiose.

Sono gli anni cantati dalle poesie di Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, poeta, nato a Genova nel 1871 da madre di Ortonovo dove trascorse gran parte dell'infanzia e della giovinezza.

La popolazione di Ortonovo, così come tutta la popolazione della Val di Magra, resterà fedele alla sua tradizione di democrazia opponendosi con fierezza alla prepotenza del fascismo fin dall'inizio.

Gli uomini e le donne di Ortonovo, alla caduta del fascismo, parteciperanno alla lotta di liberazione con naturale slancio e con consapevolezza in nome di quei sentimenti di solidarietà e democrazia che avevano mantenuto vivi malgrado le persecuzioni e le violenze culminate nel rastrellamento nazi-fascista del 29 novembre 1944 e che conserveranno immutati nei tragici anni di piombo caratterizzati dal terrorismo delle Brigate Rosse.

Con la ricostruzione ed il "miracolo" economico degli anni Sessanta del secolo scorso il Comune di Ortonovo si integra completamente nei modelli di sviluppo dell'Italia settentrionale subendo importanti trasformazioni economiche sociali e territoriali.

Sono gli anni della crescita della popolazione; numerosi nuovi fabbricati vengono realizzati in tutto il territorio concentrandosi principalmente nella piana attorno alla nuova chiesa di Caffaggiola e sottoferrovia fra la zona archeologica ed il torrente Parmignola, viene costruito un villaggio al Forlino in prossimità della giovane rete autostradale che attraversa la Piana di Luni-Marinella, mentre sul Parmignola vengono insediate le segherie per la lavorazione del marmo estratto dalle cave della vicina Carrara.

Diminuisce il peso dell'agricoltura e acquistano importanza i settori dell'industria e dell'artigianato che occupano circa il 54% della popolazione attiva e che sono legate in particolar modo alla lavorazione dei marmi e dei graniti che, nonostante abbia prodotto problemi di ordine ambientale alla comunità ortonovese, per l'alta professionalità degli addetti e la qualità delle lavorazioni, ha reso i laboratori ortonovesi famosi nel mondo.

Emerge con chiarezza da quanto e' stato detto finora, la necessità, il dovere culturale e sociale di richiamo alla storia vicina e lontana della comunità, di esaltare tutte quelle specificità che oggi caratterizzano il Comune di Ortonovo, l'unicità di un paesaggio che trova uniti gli ambienti della collina, del piano e del torrente, l'originalità dei centri storici di Nicola, Ortonovo e dell'Annunziata, la suggestione dei nuclei antichi, quali il Forno e Rigoletto e di Volpiglione, e delle vecchie case agricole, dei frantoi, la ricchezza culturale dei mulini e il mistero della antica città romana di Luni.

Pertanto il turismo appare la naturale vocazione del territorio ortonovese affinché siano valorizzate le numerose potenzialità in esso esistenti: un suo sviluppo e' legato necessariamente ad iniziative volte a sostenere l'agricoltura specialistica ( olivicoltura e viticoltura ), al fine di rispettare ed eventualmente risanare l'ambiente e di conservare le tradizioni del mondo rurale.

Se questa e' la scelta privilegiata per lo sviluppo futuro di Ortonovo, ogni altra attività produttiva che pure dovrà avere il suo spazio, dovrà risultare compatibile con essa.

Via Castagno, 61 Luni

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