Azienda agricola Vito Gioia

Informazioni Generali

Abbiamo deciso di prenderci cura di un'azienda ai piedi di Montagna Grande, vicino Trapani, un territorio caratterizzato da interminabili paesaggi agricoli scarsamente abitati, e dal continuo abbandono da parte dell' uomo. Circa due dei nostri nove ettari sono coltivati a vigneto, allevato a spalliera, potati a Guyot, della varietà Nero D'Avola. Attualmente stiamo diversificando il panorama delle varietà coltivate : il Grillo, Il Catarratto e il Perricone sono alcune delle varietà che saranno impiantate nei prossimi anni. Grazie ad un'analisi colturale più attenta si è stabilito che le future piante saranno principalmente autoctone. Non “forziamo” le piante con concimazioni chimiche, ma piuttosto ricerchiamo la “fertilità” del terreno, un terreno vivo in cui i microrganismi e i minerali già presenti possano “muoversi” liberamente per alimentare le radici delle piante. La conduzione di un vigneto che tende ad una produzione di qualità non può prescindere da un costante, preciso e quotidiano lavoro di ottimizzazione dei rapporti “vegeto-produttivi” e ciò si allinea perfettamente con la nostra idea di produttività rispettosa dell’ambiente e del territorio senza però scadere in una esasperata teorizzazione di pratiche colturali non più sostenibili in un’economia di mercato globale.

My vineyard is situated close to Trapani at the foothills of Montagna Grande, 400 meters above sea level. A territory charactarized by infinate landscapes of agricultural activity, and by the prolonged lack of the presence of man. 2 of my 9 hectares are farmed as vineyards, espalier trained and pruned using the Guyot method, of the variety Nero d' Avola.
In this moment we are diversifying the varieties of the grapes cultivated: Grillo, Catarratto and Perricone are some of the varieties that will be planted in the next few years, a careful analisys of local viticulture has brought me to decide that the future plants will consist completeley of autoctonous varieties.
I don’t “Force” the plants with chemical fertilizer, but rather I try to find the ground´s “fertility”, by allowing its microorganisms and minerals to “move” freely to feed the plant’s roots. The management of a vineyard which aims at the quality in production cannot be detached from a constant, exact and regular process of optimization of the connection between the organic life and productivity. This completely represents my idea of production, which is respectful of the environment and the territory without falling into an exasperate theorization of farming practices which cannot sustain themselves in a globalized economy.