Donnaberarda

Informazioni Generali

I nostri casali si compongono di una Colonica e di una Leopoldina costruite nel secolo XVIII durante la grande bonifica della Valdichiana dal Granduca Leopoldo di Toscana. Anticamente essi appartenevano all'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano che proteggeva l'antica fattoria granducale di Creti e Santa Caterina.

La ristrutturazione di questi edifici ha richiesto alcuni anni di lavoro durante i quali sono stati ripristinati i vecchi intonaci a cocciopesto, dipinte le pareti con i pigmenti naturali "a calce", lasciate inalterate le strutture dei camini, svuotate e rinsaldate le volte a crociera della vecchia stalla, ricovero del bestiame, stuccati i pilastri che delimitano le campane.
Oggi possiamo offrirti un luogo davvero unico pensando di farti vivere un'esperienza intensa ed irrepetibile in uno spazio e in un'atmosfera rimasti inalterati. Il passato, legato alla famiglia patriarcale contadina, rivivrà oggi accanto a te con tutto il suo fascino.

Puoi mangiare nella cucina che ospitava più di trenta persone, alloggiare nella camera ricavata nella vecchia stalla dove spesse volte il contadino vegliava durante il parto di una mucca o sostare nella camera con il letto "a tracantone" o nella camera della Loggia o in quella ricavata nella torre colombaia, rifugio delle colombe che qui venivano allevate. I camini raccontano ed evocano storie antiche quando attorno al focolare si riuniva a veglia la famiglia ed il più anziano cominciava i suoi racconti attorno al fuoco.
Sugli intonaci delle pareti dipinti a calce, tra quadri ed immagini ad illustrarti frammenti di vita e tradizione passati, talune finestrelle sveleranno ai tuoi occhi, come per incanto, meravigliosi quadri naturali: ora le scure montagne, ora la dolce ed infinita campagna, ora il nobile profilo di Cortona.

Un osservatorio irripetibile, scene e sapori delle vere tradizioni di vita, per un effetto riposante e di completo relax, dovizie di particolari che si estendono vocatamente alla dimensione del luogo.
Nell'aspettarti, dunque, per farti scoprire ancora tante altre cose che non possiamo comunicarti a parole, esprimiamo un desiderio: che bussando alla nostra porta tu possa chiamare per nome la bellezza.