Vitalina Fashion Store

Informazioni Generali

La storia di "Vitalina" inizia nel lontano 1836 quando i nonni del marito dell'attuale titolare insieme al figlio Pietrino e alla moglie Norma aprirono un ristoro per i barrocciai che passavano lungo la via del renaio, attività che si è protratta fino al 1940; nel 1941 Norma e il figlio decisero quindi di spostare l'attività alla stazione di Porcari dove aggiunsero alla licenza alimentare quella di merceria. All'epoca Norma andava a rifornirsi a Firenze in bici perché essendo tempo di guerra, i treni venivano saccheggiati dai tedeschi e non poteva rischiare di perdere la merce.

Contemporaneamente iniziarono a produrre gelato artigianale per venderlo ai passeggeri che durante la sosta del treno si affrettavano a comprarli, finchè divennero così famosi che fu dedicata loro persino una canzone: "Porcari sei bello, grazioso e gentile ma il vostro porcile vi fa disonor ma 'panna e burro fresco' gridava Pietrino e tutti fanno a gara ad affacciarsi al finestrino... geelatiiii!".

Nel 1952 Luigi e Vitalina si unirono in matrimonio e da quel giorno Vitalina affiancò la suocera nell'attività di famiglia, donna che fu per lei grande maestra di vita e di mestiere. Fu così che Vitalina prese la patente per poter raggiungere Firenze in auto per poter acquistare scampoli firmati e tessuti pregiati, oppure per spingersi fino a Como dove si trovavano sete prestigiose molto ricercate dai clienti e dalle sarte. In questa vita tutta casa e bottega, abitando al piano superiore del negozio, capitava spesso che i clienti si facessero avanti a tutte le ore, spesso persino dopo cena!

"Le prime ragazze che lavorarono come commesse facevano parte della squadra di basket sponsorizzata da noi: Osvalda ed Eliana. Fu proprio in quel periodo che la clientela cominciò ad ampliarsi e cominciammo ad inserire abiti confezionati, merceria, profumeria, maglieria, e i locali cominciavano ad essere stretti!". Ma la vita riservava meravigliose possibilità: la figlia di Vitalina si sposò e il genero mise a disposizione un terreno poco lontano dalla stazione dove fu costruita la nuova sede: si trattava di un salto nel buio e la paura era tanta, ma la sempre fedele clientela non è mai mancata e con tanto lavoro e sacrificio tutta la famiglia ha avuto la soddisfazione di veder fiorire l'attività, ricorrendo in pochi anni ad un numero di commesse sempre maggiore specializzando l'offerta: ancora più spazio alla biancheria per la casa e alle confezioni da donna. Nemmeno un'alluvione ed un incendio, eventi che hanno punteggiato gli anni novanta, hanno fatto venir meno l'entusiasmo della famiglia che si è prontamente rimessa in gioco.

Nel 2001 la morte di Luigi segna un altro momento difficile, il momento degli interrogativi: continuare o vendere l'attività? A rendere la situazione ancora più rischiosa, la situazione economica di quegli anni, ma proprio in quelle circostanze fu la figlia Paola a prendersi la responsabilità e il rischio di continuare.