Teatro Del Loto

Informazioni Generali

Fondato e diretto da Stefano Sabelli, il Teatro del LOTO - Libero Opificio Teatrale Occidentale - è una magnifica realtà d'arte. Un piccolo grande gioiello scenico, orgoglio del Molise e non solo, da molti oggi considerano come “il più bel piccolo Teatro d’Italia”.
Nato a Ferrazzano dalla forza di un sogno è stato inaugurato il 24 novembre 2007 con un’indimenticabile 24ore di Teatro, realizzata nell’ambito della “Settimana della Cultura d’impresa” di Confindustria, con la partecipazione di oltre 100 artisti che si sono alternati sul suo palco principale e nei suoi altri diversi spazi.
Da allora, il LOTO ha continuato a offrire spettacoli di qualità a coltivare bellezza e innovazione, dando opportunità ai giovani di avvicinarsi al Teatro e offrendo un palcoscenico importante e nuovo per artisti, anche di nicchia, che al LOTO possono esprimersi e valorizzarsi.

Fiore simbolo delle filosofie orientali, il nome “Loto” è utilizzato, nel nostro caso come acronimo per un’impresa culturale occidentale, che ha voglia di incontrare e contaminarsi con le culture del Mondo, ben conscia di fare ciò da una posizione apparentemente periferica e difficile, come può esserlo quella di un borgo in pietra molisano, pur suggestivo come Ferrazzano e che, tuttavia, grazie alla presenza del LOTO, ha ricevuto la targa arancione del Touring Club.
La doppia assonanza del nome esprime quella che vuole essere la "mission" del progetto artistico e umano del Teatro del LOTO: un centro teatrale, di valore europeo, dedito all’incontro di culture diverse e universali.

Dotato di 2 sale e un Bistrot, con terrazze panoramiche, il LOTO è un complesso unico e suggestivo fra i Teatri d’innovazione, specie nel centro sud.

La SALA LOTO, la più grande, caratterizzata da un’ampia flessibilità dello spazio, è stata riadattata per essere architettonicamente organica a diverse tipologie di spettacolo, sia di tradizione che di sperimentazione.
È stata ristrutturata portando la zona scenica a terra, con la Platea disposta su una gradinata in teck, di nuova costruzione, con sedie recliner in rattan ed olmo massello laccato, tipiche della tradizione coloniale cinese.

Tanti importanti artisti hanno adottato in questi anni le particolari poltrone ergonomiche del LOTO, donandole di fatto al Teatro. Fra questi: Silvio Orlando, Massimo Ranieri, Michele Placido, Luca de Filippo, Alessandro Gassmann, Carlo Cecchi, Jerome Savary, Feruccio Soleri e la Compagnia dell’Arlecchino, Vittorio Sgarbi e tanti altri personaggi dello spettacolo e della cultura. Ogni sedia riporta il nome del donatore.

Durante l’opera di recupero le pareti sono state tutte depurate dei vecchi intonaci, sabbiate e riportate all’antico splendore della pietra viva, cosa che, insieme con le finiture apportate alle nuove parti strutturali realizzate con pavimentazioni in teck e abete naturali, ha permesso di migliorare notevolmente l’acustica complessiva del Teatro, che oggi risulta eccellente e adattissima a registrazioni live.

Per rendere variabile l’assetto a seconda delle esigenze - ampliando o modificando all’occorrenza la capienza del pubblico (da 130 a 180 posti) - è stato ideato un boccascena telescopico, che amplia o diminuisce lo spazio scenico, che resta comunque ampio per un piccolo teatro (può variare da mt.10 di profondità x mt.12 di larghezza a un 6 x 12 mt. con un’altezza di mt. 5,15).
I primi gradoni della nuova platea, anch’essi scomponibili e semoventi, permettono un’ulteriore definizione e modularità dello spazio scenico, definibile anche con platee contrapposte.
La platea è sormontata da una galleria composta da due barcacce e palchetti realizzati, in olmo massello, come antichi baldacchini e sempre manufatti in Cina, i quali appaiono come vere e proprie stanze da Thè, con sedute in tatami giapponesi, dotate di piccoli tavolinetti d’appoggio e scaldacqua elettrici… per il Thè appunto.
Queste particolari finiture, insieme ai caldi colori a calce utilizzati sui restanti intonaci, rendono la Sala grande del LOTO accogliente e sobria a un tempo, come deve essere un moderno Teatro-Studio, capace di mantenere una sua anima antica ed epica, pur prefiggendosi di promuovere un’etica e un’estetica contemporanee.

La sala piccola, il TFS - ossia Tribeca Ferentinum Studio (nome latino del borgo molisano) - rende omaggio a Robert De Niro (di Ferrazzano erano originari i suoi nonni) e dunque alla grande scuola attoriale.
È sede dei corsi SPAS, la Scuola Propedeutica d’Arte Scenica del LOTO, oltre che utilizzata quale Ridotto del Loto, per il Teatro dell’infanzia, i piccoli recital e i concerti da camera, per monologhi e performance varie.

La "Cantina Giovannitti" è, invece, il suggestivo e caratteristico Bistrot del Loto. Ristrutturato con una boiserie di maioliche bianche diamantate e con un pavimento in lastroni di lamiera di ferro, finiture davvero suggestive, è alloggiato sul piano alto del complesso LOTO, in diretto collegamento con le 2 sale teatrali. Offre un servizio d’accoglienza di qualità e i suoi piatti sono ispirati alla tradizione della cucina molisana, contaminata con spezie e sapori del mondo. II Bistrot è dotato pure di una zona living - una Sala da Thé, con servizio bar - e si presta anche per realizzare piccoli eventi letterari e musicali.
Lo abbiamo voluto intitolare ad Arturo Giovannitti, poeta amante del buon vino e del buon cibo, figura emblematica della prima migrazione molisana verso il nuovo mondo. Emigrato dal Molise in America, nel 1901, appena 17enne, Giovannitti da lì a pochi anni, divenne uno dei principali esponenti dell’anarco-sindacalismo, ispirato dall’IWW. Fu protagonista di una storica autodifesa, pronunciata a seguito dei moti del Bread and Roses Strike. Durante lo sciopero, il 30 gennaio del 1912 venne arrestato con la falsa accusa di omicidio.
A quell’episodio il Teatro del LOTO ha dedicato uno dei suoi spettacoli di maggior successo, con un Tour in USA, a New York e in altri quattro Stati dell’Est, conclusosi a Lawrence, Massachusetts, il 23 novembre 2012, proprio in occasione del centenario del pronunciamento dell’Autodifesa di Arturo Giovannitti.